Il Progetto

Le estese coltivazioni di fruttiferi danno una significativa impronta al paesaggio laziale, ricoprono infatti le aree della Pianura Pontina, le pendici dei Colli Albani e la Piana di Fondi. Si estendono anche sulle colline della Sabina, sui colli prenestini e parte del territorio viterbese.

Oltre a costituire un’importante fonte economica per l’agricoltura locale e regionale, hanno un significato rilevante nella salvaguardia della biodiversità e del germoplasma laziale. Tra le specie autoctone ancora conservate nei vari areali possiamo annoverare due cultivar di albicocco, la pesca Reginella, dodici cultivar di ciliegio tra cui spicca la Ravenna tardiva della Sabina e numerose varietà antiche di melo, pero e susino.

L’arrivo della Drosophila suzukii su tutto il territorio regionale e l’incremento dei danni registrati anche da parte del carpofago Ceratitis capitata hanno destato preoccupazione per la frutticoltura laziale.

In particolare per il moscerino della frutta (D. suzukii), che dal 2015 sta creando ingenti danni alla cerasicoltura Sabina, si pone l’esigenza immediata di mettere in atto una serie di azioni innovative che possano contribuire a ridurre le perdite di prodotto minimizzando l’impatto ambientale derivato dall’uso di pesticidi.

Il progetto, attraverso una fitta rete di monitoraggio geo-referenziato e l’uso di innovative tecniche informatiche, mira ad una razionalizzazione dell’uso di fitofarmaci. I trattamenti realizzati in base alle informazioni ottenute sia dal monitoraggio sia dall’individuazione dello stadio maggiormente vulnerabile dell’insetto, esprimeranno la massima efficacia.

Lo scopo del progetto, oltre ad introdurre nuovi modelli previsionali di sviluppo degli insetti, è anche quello di sfruttare software e hardware per diffondere le informazioni derivate dal monitoraggio in campo. Tramite trappole hi-tech gli operatori potranno controllare su un’apposita APP per smartphone i dati del monitoraggio, al fine di applicare una strategia di lotta più efficace e sostenibile.

Il gruppo operativo SIMODROFILA, costituito nell’ambito della misura 16.1 del PSR Lazio 2014-2020, nasce della collaborazione tra ricercatori dell’ENEA, CREA e FOSAN e alcune imprese della Sabina.

 

IL GRUPPO OPERATIVO

Il gruppo operativo SIMODROFILA, costituito nell’ambito della misura 16.1 del PSR Lazio 2014-2020, nasce della collaborazione tra ricercatori dell’ENEA, CREA e FOSAN e alcuni produttori di frutta della Sabina per applicare nuovi metodi integrati e sostenibili per la lotta agli insetti dannosi per la frutticoltura laziale.
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